Videocorso formalissimo in italiano di Fioravante Patrone

Videocorso formalissimo in italiano di Fioravante Patrone

Per cominciare, voglio segnalarvi il corso che ho usato io per porre le basi della mia conoscenza sulla teoria dei giochi. Merita un elogio Fioravante Patrone che in tempi non sospetti (mi pare di capire nel 2000, l’inizio della mia autoformazione risale al settembre 2010) si è dato da fare per organizzare le riprese e per metterle online a titolo completamente gratuito e sono ancora lì: (link nel primo commento del post sulla pagina dei Giochi Controcompetitivi) !
Ancora oggi non è facile trovare corsi universitari gratuiti online su materie di ben più largo consumo e questo dovrebbe dare una misura della lungimiranza e dello spirito di dedizione e divulgazione della teoria dei giochi del professore. Commenti al corso:
1. Sono 23 lezioni di oltre un’ora ciascuna: un bel tour de force!
2. Il corso è inserito nella facoltà di matematica per cui è altamente formale, uno scherzo (forse!) per uno studente di matematica, una sfida per chi non studia matematica da un po’ o per chi non l’ha mai studiata abbastanza.
3. La qualità del video, del montaggio è bassa, ma si vede e si sente tutto quello che si deve vedere e sentire, eccezion fatta per alcune domande degli studenti e lunghi momenti di attesa nei feedback, che raramente ritornano, dell’audience in sala.
4. E’ in italiano! Che è una caratteristica che non ritroveremo per le prossime parecchie risorse segnalate.
Se qualcuno ha voglia e tempo di fare questa full immersion fino in fondo e con il dovuto impegno, ne uscirà con una formazione di base solidissima, garantito al limone!
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Come primo argomento di discussione applicato al game design colgo le notazioni che il professore fa in prima lezione riguardo il decisore con cui il modello si aspetta di avere a che fare: un individuo perfettamente razionale (in grado di stabilire le corrette preferenze per massimizzare la propria utilità) e intelligente (in grado di capire tutta la matematica necessaria alla soluzione).
La teoria dei giochi è una branca della matematica in tutto e per tutto e se tutte le condizioni che prevede fossero realizzate in pratica, realizzare un gioco basato su di essa porterebbe alle stesse dinamiche di sviluppo e risoluzione degli altri giochi completamente basati sulla matematica (statistica inclusa): ci sono dei calcoli da fare, abbastanza complicati da non essere risolti banalmente e immediatamente da tutti i giocatori, per cui vince il più abile a risolvere meglio il gioco o il più intuitivo, o il più esperto.
La distanza che c’è tra un decisore REALE e il decisore PERFETTO della teoria dei giochi è l’incapacità di formulare in un tempo abbastanza breve (il turno) tutti i calcoli nascosti nelle meccaniche di gioco e l’incapacità di essere abbastanza razionale da valutare correttamente le scelte migliori per sé ovvero per la vittoria del gioco, confuso (termine forse un po’ cinico) da tutti gli aspetti emotivi che inevitabilmente accompagnano un gioco con una forte componente relazionale.
In pratica, la cosa interessante di un gioco basato sulla teoria dei giochi sta proprio nel fatto che… la teoria dei giochi non si può applicare per colpa dei limiti dei decisori, e che tali lacune dovrebbero venire colmate, quando il gioco ammette strategie collaborative, dalla capacità (relazionale/emotiva non più razionale/matematica) di stringere accordi con il “nemico”.
Quanto può piacere questo aspetto ad un giocatore “german”? Non siamo forse sulle rive opposte del fiume Boardgame?

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