Davvero il monopoli è il diavolo?

Davvero il monopoli è il diavolo?

Ovvero faresti giocare i tuoi figli piccoli (e culturalmente ancora indifesi) a Monopoli? Scopriamo che le origini del Monopoli non sono affatto “nobili”, ovvero deriva da “The Lansford’s Game”, un gioco da tavolo brevettato dall’attrice Elizabeth Magie per spiegare le toerie dell’economista Henry George, il fondatore del georgismo, secondo cui ognuno ha il diritto di appropriarsi di ciò che realizza con il proprio lavoro, mentre tutto ciò che si trova in natura, principalmente la terra, appartiene alla comunità. E con i profitti dalla tasse sulla proprietà si deve aumentare il reddito di base dei cittadini.
Il gioco insomma avrebbe dovuto dimostrare l’ingiustizia dei monopoli (con uno solo che si arricchisce a dispetto degli altri) e non promuoverne la filosofia economica. Curiosa la coincidenza temporale con la crisi del 1929. [cit. da Focus: cultura . curiosita . 10-cose-che-forse-non-sai-sul-monopoly]
L’idea è ottima: costruisco un modello del tuo sistema economico SBAGLIATO. Ti accorgi che è sbagliato in maniera “innocua” e lo abbandoni prima che faccia troppi danni. La realizzazione è efficace, perché la sensazione che nel giocare a monopoly ci sia qualcosa di sconfortante più o meno tutti, ma l’esito è disastroso. Il gioco è sopravvissuto quasi ai secoli così come il sistema economico. E il fascino che il monopoly ha, nella sua semplicità, nella sua linearità è quasi diabolico. Come se andasse a toccare centri ancestrali che siamo felici di scatenare in una situazione protetta come il gioco, ma che una volta scatenati difficilmente si possono riporre e dimenticare.
Ancor peggio per un bimbo che non conosce nulla della realtà economica: impara che è così che funziona e non si preoccupa più di chiedersi in seguito se ce n’è un’altra possibile o migliore.
O è una visione troppo catastrofica? In fondo, come diceva Bennato, sono solo canzonett *pardon* giochi da tavolo.

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