Il gioco lo fanno i giocatori

Il gioco lo fanno i giocatori

Volevamo cogliere l’occasione della prossima uscita di Smiles & Daggers, Gioco Controcompetitivo da noi ideato e edito e distribuito dalla Giochi Uniti, per rimettere sul tavolo alcuni aspetti dei giochi controcompetitivi che nel tempo sono andati incontro ad alcune *ehm* notazioni.
Cominciamo dalla frase in oggetto “il gioco lo fanno i giocatori”. Una frase che è tornata di recente nell’ultima recensione su boardgamegeek che recita, in una sola frase, “It’s very important to have a right company to game it..”
Frase a cui noi rispondiamo con grande orgoglio un “big big yes”.
Parlando con alcuni colleghi ci è capitato di sentire anche la frase, non riferita alla controcompetizione in questo caso, “troppo facile fare un gioco la cui bellezza la fanno i giocatori”. Che è un po’ l’idea di restituire un oggetto la cui resa sia indipendente dall’uso che se ne fa. L’Eldorado dei giochi, la pietra filosofale del game design: in qualunque condizione o da chiunque venga fruito, il gioco è piacevole. E’ chiaro che sia solo una tendenza, perché la perfezione non esiste; si cercherà infatti di individuare un target come età e come tipo di aspettative di gioco (anche un hard gamer avrà tipi di giochi preferiti e tipi da evitare come la peste). Di suggerire un setting che sia anche solo semplicemente la sera a casa attorno ad un tavolo, sapendo che in altre condizioni potrebbe non essere la stessa cosa; ad esempio, in un ambiente chiassoso un gioco di ruolo fatica a creare la giusta atmosfera.
I giochi che proponiamo noi, non sono così. Non hanno questa ambizione. L’idea nostra è quella di fornire una scusa, uno strumento per esplorare aspetti della relazione umana che diversamente sono poco toccati. Quindi, dal momento in cui i giocatori accettano le regole del gioco, dal di lì in avanti sono loro che mettono in gioco (oppure no!) sé stessi alla ricerca (della comprensione o della intuizione) dell’altro o degli altri.
I nostri giochi, i giochi controcompetitivi, esplorano tutte le infinite sfaccettature dell’accordo, e per fare un accordo ci vogliono almeno due persone, ecco perchè se la persona con cui ti trovi a giocare non si lascia andare al gioco, il gioco non funziona. Ecco perché è importante la “right company”.
Quindi, se vuoi farti una serata tranquilla con una qualche sfida intellettuale nella quale gettarti a capofitto, non siamo noi. Se vuoi, anzi se volete mettervi alla prova nelle capacità relazionali, intuizione e seduzione, i giochi controcompetitivi sono quelli che fanno al caso vostro. Mi raccomando però: astenersi permalosi.

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