In un gioco è sempre necessario vincere?

In un gioco è sempre necessario vincere?

Ovvero sconfiggere gli altri, ovvero prevalere? Volendo considerare come gioco in generale le attività ludiche, non credo ci siano dubbi nel pensare che la vera componente fondamentale sia il divertimento, che più o meno… sempre è accompagnata all’apprendimento, se non altro legato alla componente di socializzazione e rispetto delle regole. Ma nei giochi di emulazione, come le bambole per le bambine o i soldatini, prima che diventino wargame, si intende :-D, l’importante è costruire la situazione, sperimentarla, viverla. Il gioco comincia prosegue e finisce, i giocatori sono soddisfatti: vincono tutti. Quando al parco ci si scambiano palleggi a pallavolo in cerchio o ci si lancia il fresbee, ogni giocatore si confronta con le proprie capacità di lancio e presa, si comincia, si gioca e si finisce, tutti vincono senza vincitori. In un solitario? Tecnicamente il giocatore si confronta con l’enigma o con il caso, risolve l’enigma o fa le scelte migliori per affrontare la casualità, non è esattamente una vittoria o, se lo è, non costruisce classifiche. Eppure, i giochi di emulazione diventano gare di narrazione, il divertissment al parco diventa competizione sportiva e così via. Una volta una bimba di dieci anni di fronte al passaggio della giuria in una festa medievale mi disse “Ma è possibile che tutte le volte che i grandi fanno qualcosa di bello, poi ci debbano fare una gara sopra?”. Sono passati vent’anni, io ancora una risposta non ce l’ho, tu cosa le avresti detto?

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